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Come proteggere le facciate esterne da acqua, degrado e infiltrazioni (Guida Nanotecnologica)

Pioggia battente e infiltrazioni minacciano la tua casa? Scopri perché i vecchi idrorepellenti non bastano e come la nanotecnologia protegge facciate e muri esterni, garantendo muri asciutti, traspirabilità e risparmio energetico.

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Il Team di RER Group

Redazione Tecnica RER Group

Questo articolo è frutto dell'esperienza combinata del team tecnico di RER Group. Dal 1994, ci dedichiamo a sviluppare e applicare soluzioni innovative per la sicurezza delle superfici, la disinfezione permanente e la protezione nanotecnologica. La nostra missione è condividere le conoscenze maturate in migliaia di interventi per aiutare aziende e professionisti a creare ambienti più sicuri, igienici e durevoli.

Immagine di una facciata esterna non protetta con muffa e infiltrazioni d'acqua

Come proteggere le facciate esterne e i muri dalla pioggia battente? Come porre fine all’incubo delle infiltrazioni, da sempre nemico numero uno in edilizia?

Sono domande che tormentano privati e addetti ai lavori del settore finiture. Soprattutto oggi, con i cambiamenti climatici che portano piogge eccezionali in poche ore (le cosiddette "bombe d'acqua"), il rischio di degrado per edifici storici e nuove costruzioni è altissimo se non adeguatamente protetti.

In questo articolo analizziamo nel dettaglio perché l'acqua è così dannosa (anche dove non si vede) e come i trattamenti nanotecnologici offrano oggi la soluzione definitiva, superiore ai metodi tradizionali.

I danni causati dall’acqua: efflorescenze, muffe e degrado strutturale

L’acqua (in forma liquida, di ghiaccio o vapore) è il principale agente di degrado delle strutture. Penetrando attraverso le porosità e le cavillature, innesca reazioni chimiche e fisiche che causano danni ben più gravi della semplice macchia di umidità.

Ecco i 4 nemici principali da conoscere:

  • Efflorescenze saline: I sali presenti nella muratura, disciolti dall'acqua, cristallizzano in superficie rovinando l'estetica dell'edificio o, peggio, cristallizzano all'interno (sub-efflorescenza) spingendo verso l'esterno l'intonaco.
  • Attacchi biologici: L'umidità costante favorisce la proliferazione di alghe, muschi e muffe che "mangiano" la pittura e rendono l'edificio insalubre.
  • Criofratturazione (Gelo/Disgelo): In inverno, l'acqua assorbita dalle porosità gela. Passando dallo stato liquido a solido, aumenta di volume, creando una pressione interna che spacca il materiale (mattoni, pietre, intonaci) causandone lo sgretolamento.
  • Corrosione dei ferri e crepe: Se l'acqua raggiunge l'armatura interna (nel cemento armato), il ferro arrugginisce e aumenta di volume, facendo "scoppiare" il calcestruzzo dall'interno.

Il danno economico: Conducibilità termica e isolamento

Oltre al danno strutturale ed estetico, c'è quello energetico, spesso sottovalutato.
È dimostrato da dati di laboratorio che il coefficiente di conduttività termica peggiora drasticamente in presenza di acqua.

In parole semplici: un muro bagnato perde fino al 30-40% del suo potere isolante rispetto a un muro asciutto.
Proteggere la facciata significa quindi mantenere i muri asciutti tutto l'anno, ridurre la dispersione termica e risparmiare concretamente sulla bolletta di riscaldamento e raffrescamento.

Perché i vecchi idrorepellenti non bastano (e cosa serve davvero)

Per una protezione efficace che duri nel tempo, non basta un prodotto "impermeabilizzante" qualunque da supermercato. Molti prodotti tradizionali creano pellicole che sigillano il muro, causando danni peggiori (sfogliamento per tensione di vapore).

Un protettivo professionale deve garantire quattro requisiti fondamentali:

  • Idrorepellenza estrema: Deve impedire l'ingresso di acqua piovana e rugiada.
  • Traspirabilità totale: Il muro deve rimanere permeabile al vapore acqueo. L'umidità interna deve poter uscire; se viene bloccata da pellicole, creerà condensa e distacchi.
  • Barriera anti-smog: Deve proteggere dagli inquinanti atmosferici che anneriscono le facciate.
  • Invisibilità: Non deve alterare il colore naturale della pietra o dell'intonaco, né creare sgradevoli effetti "lucidi".

La scienza dietro Ector: Nanotecnologia e Auto-organizzazione molecolare

Qui sta la vera innovazione rispetto ai prodotti chimici tradizionali. I trattamenti nanotecnologici (come la linea Ector) lavorano nell'infinitamente piccolo, modificando le proprietà della materia senza soffocarla.

Utilizziamo nanomolecole di Silice (SiO2) funzionalizzate, con un diametro di appena 20-30 nanometri. Queste particelle sono così piccole che non si limitano a coprire la superficie, ma penetrano in profondità nelle porosità del materiale e si "auto-organizzano", legandosi stabilmente al supporto.

I risultati tecnici:

  • Effetto Loto: L'energia superficiale viene abbattuta drasticamente. L'acqua non riesce più a bagnare la superficie ma scivola via sotto forma di perle.
  • Angolo di contatto > 120°: Test di laboratorio confermano angoli di contatto tra 120° e 140°, garanzia di super-idrorepellenza.
  • Base Acqua: A differenza dei vecchi prodotti a solvente, la nanotecnologia moderna utilizza l'acqua come veicolante, rispettando l'ambiente e la salute degli applicatori.

Vantaggi in cantiere: Velocità, Risparmio e applicazione su Umido

L’alto tasso di innovazione si riflette anche nella semplicità di applicazione per l'impresa o il professionista.
I trattamenti come Ector RP-50 offrono vantaggi operativi unici:

  • Applicazione "bagnato su bagnato": A differenza di molti prodotti siliconici che richiedono muri perfettamente asciutti (rari in inverno), la nostra nanotecnologia può essere applicata anche su supporti non perfettamente asciutti. Questo permette di non fermare il cantiere anche nelle stagioni umide.
  • Monostrato: Nella maggior parte dei casi, è sufficiente una singola mano applicata a spruzzo (bassa pressione), abbattendo drasticamente i tempi di manodopera e i costi di noleggio del ponteggio.
  • Durata testata: Test di invecchiamento accelerato (in camera salina) confermano la resistenza del trattamento negli anni, anche in ambienti marini o aggressivi.

Risorse e video

Trattamento protettivo per Bioedilizia

Video

Trattamento protettivo per Bioedilizia

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Domande Frequenti

La soluzione migliore è utilizzare trattamenti idrorepellenti nanotecnologici che impediscono l'assorbimento dell'acqua senza creare pellicole e senza bloccare la traspirazione naturale del muro.

Il distacco è spesso causato dall'umidità che gela (criofratturazione) o dalla cristallizzazione dei sali. Prevenire le infiltrazioni con un protettivo traspirante è l'unico modo per bloccare il ciclo di degrado ed evitare che l'intonaco si stacchi.

È essenziale evitare guaine o vernici filmogene che cambierebbero l'estetica. Bisogna utilizzare protettivi a base acqua con nanotecnologia, che penetrano nel supporto lasciando inalterato il colore naturale della pietra o del mattone.

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